Rio che scende dalle falde meridionali del Monte Glemine e, dopo un breve tratto montano, sfocia sul cono di deiezione di Maniaglia, che ha contribuito a formare assieme al Rio Petri. Tal cono è stato inciso profondamente a partire dal suo apice, mentre la fase di deposito è limitata al corso inferiore dove si nota un evidente cono di espansione. Da questo punto è stato deviato artificialmente mediante canale verso nord, e ciò probabilmente ancora in epoca storica, coincidendo il tracciato con quello dell’antica strada romana. Nei pressi dell’abitato di Godo, con nuova inflessione verso sud-ovest, è stato incanalato fino alla Roggia. Il suo trasporto solido è minimo non esistendo zone in forte erosione o altri dissesti delle sponde. Da quota 225 m perde gran parte delle sue acque per infiltrazioni di subalveo che alimentano una falda di notevole portata. Il suo regime idraulico è episodico ad eccezione del tratto superiore alimentato da alcune sorgenti. Su tutte le tavolette IGM e sulla CTR è riportato come Rio Storto.
Dall’aggettivo stuart, “storto”. Il nome è dovuto con ogni probabilità al suo percorso tortuoso.
Enos Costantini, Rino Gubiani, Glemone, nons di lûc, Comune di Gemona del Friuli 2003
Sezione
Toponomastica / S